Il legame tra l’esposizione al calore e gli effetti avversi sulla salute dei lavoratori è ben documentato dalle recenti evidenze epidemiologiche emerse in un recente studio effettuati in diversi Paesi, nel quale si suggerisce che il calore estremo può contribuire ad un aumento del rischio di infortuni sul lavoro. Non risultavano, prima di questo studio, analisi comparative che valutassero il rischio di infortuni sul lavoro dovuto al caldo e alle temperature estreme in un’ampia gamma di zone climatiche a livello globale. Lo studio propone una analisi delle evidenze epidemiologiche esistenti sull’impatto del caldo estremo (temperature calde e ondate di calore (HW)) sugli infortuni sul lavoro in diverse zone climatiche e la valutazione dei fattori di rischio individuali e organizzativi che possono incrementarlo.
E’ stata realizzata una revisione sistematica ed una meta sulle evidenze epidemiologiche prendendo in considerazione 24 studi per valutare gli effetti dell’esposizione al calore sugli infortuni sul lavoro. Dalla trattazione emerge che sia le temperature elevate sia le ondate di calore aumentano il rischio di infortuni sul lavoro. I lavoratori giovani e i lavoratori di sesso maschile sono identificati come lavoratori ad alto rischio. I settori industriali e produttivi più ad alto rischio includono l’agricoltura, la silvicoltura, l’edilizia e il manifatturiero.
Tra i risultati dell’analisi: si rafforza l’evidenza sul rischio caldo e temperature elevate correlato agli infortuni sul lavoro in diverse zone climatiche. Il rischio di infortuni sul lavoro correlati al calore estremo non è distribuito uniformemente ma dipende dalle condizioni climatiche sottostanti, dalle caratteristiche dei lavoratori, dalla natura del lavoro e dalle caratteristiche del luogo di lavoro.
E’ possibile consultare lo studio al seguente link